Omelia nella S. Messa con Rito di Ammissione di Antonio Parisi, del Seminario diocesano di Ivrea 2 marzo 2020

02-03-2020

Carissimi Fratelli, carissimo Antonio,

sia lodato Gesù Cristo!

C’è una parola che apre oggi la celebrazione della Messa: quella dell’Antifona di ingresso; una parola che, pur essendo posta dalla Chiesa sulle nostre labbra in questo Tempo quaresimale, ci può ricordare ogni giorno quale è il cuore di tutta la nostra preghiera e quale l’impostazione di fondo dell’intera vita cristiana: «I nostri occhi sono rivolti al Signore, nostro Dio».

Sì, rivolti al Signore, non a noi stessi, siamo qui a dirGli con un altro salmo: «Il tuo volto, Signore, io cerco; non nascondermi il tuo volto».

E’ la parola che ti consegno, carissimo Antonio, proprio nel momento della tua “Ammissione”, un Rito, un gesto che ti richiama – e richiama a tutti noi – una verità bella e feconda: non sei tu ad entrare nell’ultima fase del cammino che ti porterà – a Dio piacendo – a ricevere in dono il Sacramento dell’Ordine, ma sei ammesso: è la bontà di Dio che ti introduce. Come nella S. Messa, come all’Eucaristia: “Ti rendiamo grazie, o Padre, per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale(II Preghiera Eucaristica).

Ammessi: per grazia, per un atto di amore di Dio che precede e fonda anche il nostro povero atto di amore, il nostro desiderio di seguirlo e di vivere da discepoli, non da gente che traccia la propria strada.

Non dimenticare, Antonio, questa verità. Coltivarne la memoria nella preghiera e richiamarcela nell’azione in tutto il corso della vita ci rende davvero “Christifideles”.

E’ in questo che i nostri occhi sono rivolti al Signore! E questo è anche ciò che rende vero il nostro cammino di conversione evocato nella preghiera colletta di questa Messa: «Convertici a te, o Padre, nostra salvezza, e formaci alla scuola della tua sapienza, perché l’impegno quaresimale lasci una traccia profonda nella nostra vita».

Convertici! E’ Dio che opera la nostra conversione; le nostre opere devono esserci, ma sono una risposta; un grido che sale dal nostro cuore e dice: Signore, salvaci! Aiutaci ad essere santi, come Tu ci chiedi: «Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo» (I Lettura, Lv 19,1-2.11-18). «Trasforma tutta la nostra vita» Gli chiederemo fra poco nella preghiera sulle Offerte; e, dopo la Comunione, pregheremo: «Completamente rinnovati, fa che possiamo gloriarci della pienezza del tuo dono».

Le nostre opere.

Il Signore Gesù ci ha detto nel Vangelo (Mt 25,31-46) che sono indispensabili per entrare nella gioia eterna, fine ultimo della nostra esistenza terrena: «“In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me… Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo”; e per contro, “Tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Fatto a me; non fatto a me: c’è Lui sull’orizzonte verso cui il nostro sguardo è rivolto; c’è Lui nel nostro cuore dopo che Lo abbiamo conosciuto. Ed è questo che ci spinge a crescere nella conoscenza e nella testimonianza che ieri, I domenica di Quaresima, la Chiesa ci ha fatto invocare: “Concedi, o Padre, ai tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita” (Orazione colletta).

Conoscere Cristo nel senso pieno che questa parola ha nella Scrittura: la comunione del tralcio con la Vite, l’adesione a Lui fino dirGli con Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu solo… Tu solo, hai parole che danno la vita».

Le buone opere, allora, diventano la testimonianza di questo amore vissuto nella storia, nelle concrete circostanze della vita, nel rapporto con i nostri e Suoi fratelli.

Ecco, Antonio! Tra poco con le parole della S. Liturgia ti dirò: «È giunto il momento di rendere noto il tuo desiderio di dedicarti al servizio di Dio e del suo popolo, perché venga ratificato dalla santa Chiesa. … Dio che ha iniziato in te la sua opera, la porti a compimento».

Non dimenticare, oggi e in tutti i giorni della tua vita, di tenere lo sguardo rivolto al Signore!

Sia lodato Gesù Cristo.