Omelia nella S. Messa con Ingresso Parrocchiale di don Valerio d’Amico nelle Parrocchie di Verolengo e Borgo Revel 27 Giugno 2021

27-06-2021

Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto il Sig. Sindaco e le Autorità civili e militari; saluto con affetto voi, carissimi Fratelli e Sorelle delle Parrcchie di Verolengo e di Borgo Revel, lieto di essere qui ad accompagnare l’ingresso del vostro nuovo Parroco, che succede al caro don Boero e già conosce il Chivassese avendo prestato in questi ultimi anni il suo servizio di giovane prete nella vostra Vicaria.

Un ingresso parrocchiale è indubbiamente un motivo di festa, ma è anche occasione di comprendere che cosa significa, più a fondo di ciò che immediatamente si vede, la success del Parroco in una comunità… Lo sguardo di fede permette di comprende che questo fatto è iscritto in una storia d’amore che parte da lontano: una catena di “sì” da cui il cristianesimo è nato e si è sviluppato… Ha il suo inizio nel “sì” che Dio Padre dice all’umanità; nel sì che il Figlio unigenito ha detto quando il Padre Gli chiese di farsi Uomo per la salvezza degli uomini; nel “sì” con cui, nella casa di Nazaret, la Vergine Maria ha risposto a Dio; n sì che hanno detto i primi discepoli chiamati da Cristo a seguirlo…

In questa lunga storia, come in tutte le storie, ci sono fatti grandi, di rilievo, e ce ne sono di più piccoli, meno impressionanti, ma tutti quanti sono parte di questa storia bellissima, la storia della salvezza che richiede la collaborazione di uomini e di donne a cui è chiesta l’obbedienza della fede: …della fede che è molto di più che sentim religioso perché è adesione della vita ad un Progetto che ci supera: la fede che don Valerio ha pubblicamente professato davanti a voi, Fratelli e Sorelle, recitando il Credo e dichiarando la propria accoglienza di tutta la dottrina della Chiesa, per vivere in comunione con essa i doveri del suo ufficio.

Nella fede, Amici, nell’adesione a Gesù Cristo vivente nella Chiesa, c’è la novità, la vera giovinezza spirituale, quella che non si perde con il passare degli anni, e senza la quale c’è solo l’organizzazione di imprese terrene, di cui, dice il Signore, «non resterà pietra su pietra»!

Carissimo don Valerio, porta nel tuo ministero questa giovinezza che sgorga dalla comunione con Gesù Cristo: così si realizzerà pienamente il tuo mandato!

Questa giovinezza spirituale, Fratelli e Sorelle, anche voi siete chiamati a rinnovare a partire da questo nuovo inizio del vostro cammino di fedeli che accolgono un nuovo Pastore!

Portate questa giovinezza in una società stanca e sfiduciata, vecchia non solo di età, ma nella mente e nel cuore perché si è “secolarizzata”, si è fatta succube di una mentalità, “il pensiero unico”, da cui spesso ci ha messo in guardia anche il Santo Padre Francesco: la mentalità che induce a vivere “come se Dio non esistesse”, con gli esiti che stanno sotto i nostri occhi; come, purtroppo, stanno spesso sotto i nostri occhi i tentativi di risolvere i problemi applicando come terapia proprio la causa che li ha determinati!

Di giovinezza spirituale, di giovinezza della fede, abbiamo bisogno noi preti, pastori delle comunità; e ne hanno bisogno le comunità stesse!

Ai vostri preti chiedete che vi sostengano e vi guidino nella vita di preghiera, nella vita sacramentale, nell’ascolto della Parola di Dio, in una forte esperienza personale e comunitaria di Cristo!

Sarà questa autentica vita di fede il terreno in cui fiorirà la carità e fioriranno anche le vocazioni trovando il terreno che alimenta la capacità di rispondere alla voce del Signore. Sarà questa vita di fede a dare slancio allo spirito missionario che deve caratterizzare le comunità cristiane chiamate a portare l’annuncio del Vangelo nella particolare situazione storica e culturale del nostro tempo, con il coraggio di una onesta verifica dei risultati finora ottenuti…

È la missione, Fratelli e Sorelle! Ed è urgente!

La società ha bisogno di vedere comunità cristiane in cui i singoli si impegnano, con umiltà e ragionevolezza, a costruire la comunione fraterna; ha bisogno che i giovani credenti e ancora praticanti, tanti o pochi che siano, sentano l’urgenza della missione verso i loro coetanei.

Si usa dire che il Parroco “prende possesso” della Parrocchia, ma è altrettanto vero che è anche la Comunità parrocchiale a “prendere possesso” di lui: un possesso che, per entrambi, non significa padronanza dell’uno sull’altro, ma servizio all’unico Signore della Chiesa, guardando al Quale, e in comunione con il Quale, ci si serve a vicenda donando, ognuno, ciò che ognuno è chiamato a dare. Il Parroco, in comunione con il Vescovo che lo ha mandato, serve la Comunità amando profondamente il Signore, conformando la sua vita a quella di Cristo, Pastore dei Pastori, e compiendo con fedeltà il triplice compito che la Chiesa gli affida: insegnare la sana ed autentica dottrina, santificare mediante i Sacramenti di cui l’Ordinazione sacerdotale lo rende ministro e attraverso i quali Dio opera la salvezza dell’uomo, governare esercitando quella paternità iscritta nel progetto di Dio Creatore dal Quale deriva ogni forma di società, a partire dalla prima e fondamentale, la famiglia che nasce dal matrimonio di un uomo e di una donna.

Il reciproco “possesso”, dunque – a questa luce lo si comprende bene – è il reciproco servizio nel dono di sé, nel compiere l’opera che a ciascuno il Signore ha affidato e che tutti insieme, ognuno per la parte sua, siamo chiamati a compiere, senza confusione di ruoli, nella verità e nella carità: nel dare e nel ricevere, da entrambe le parti, ognuna con la propria identità e la propria donazione, poiché è questo che permette di crescere nella Chiesa, Corpo del Signore, famiglia dei figli di Dio nati nel S. Battesimo. Radicati in Lui noi viviamo la figliolanza ricevuta in dono e cresciamo per raggiungere in Paradiso la definitiva pienezza del nostro essere figli.

Sentiamo rivolta a noi, oggi, carissimi, la Parola di Gesù risuonata nel Vangelo: “Talità kum…Io ti dico: àlzati!”. E ripetiamo, in questo momento, ciò che la preghiera della Chiesa ci ha fatto chiedere all’inizio della S. Messa: “O Dio che ci hai resi figli della luce con il tuo Spirito di adozione, fà che non ricadiamo nelle tenebre dell’errore, ma restiamo sempre luminosi nello splendore della Verità”.

Buon cammino, don Valerio e a voi tutti, carissimi Fratelli e Sorelle!

Alla Vergine Santissima, a cui di qui rivolgiamo il nostro sguardo e il nostro cuore nel caro santuario della Madonnina, affido tutti voi, e rinnovo la consacrazione e l’affidamento, che già ho fatto, durante la recente Visita Pastorale, delle vostre Parrocchie al Suo Cuore Immacolato.

Sia lodato Gesù Cristo!