Omelia nella Novena in preparazione alla Incoronazione della S. Vergine Oropa 25 Agosto 2021

25-08-2021

Carissimi Fratelli e Sorelle, sia lodato Gesù Cristo!

  1. È davvero una grande gioia per me vivere con voi uno dei nove passi che ci avvicinano ad un evento che richiama, con la Corona posta sul capo di Maria, la Regalità di nostra Madre, cioè la Sua piena partecipazione alla vita del Figlio, Gesù Cristo nostro Salvatore, Re e centro del cosmo e della storia; un evento, quello di domenica, che noi non contempliamo, però, come qualcosa che possiamo solo ammirare a distanza: anche noi, infatti, nel S. Battesimo siamo stati resi partecipi della vita di Cristo, e la Chiesa ha proclamato la ns Regalità quando ci ha consacrati con il S. Crisma: «Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo – ci ha detto – vi ha liberato dal peccato e vi ha fatto rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo, unendovi al suo popolo; egli stesso vi consacra con il crisma di salvezza, perché inseriti in Cristo, sacerdote, re e profeta, siate sempre membra del suo corpo per la vita eterna».

Non un gesto trionfalistico dunque l’Incoronazione di Maria, ma l’umile e gioioso riconoscimento che essere di Cristo, appartenere a Lui, vivere in comunione con Lui, è essere partecipi di tutto ciò che Egli è: anche della Sua Regalità!

Riconoscere questo nulla toglie all’umiltà del cristiano, poiché egli sa che solo dall’amore gratuito del Signore gli viene questo dono immenso; sa che questo regnare con Lui si concretizza nel servire, nel  condividere anche la corona di spine, nel lavare i piedi ai fratelli, donando la vita; e nella misura in cui si cresce in questa convinzione – appartengo a Cristo, «non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me…»! – si assapora la bellezza addirittura della lotta, della fatica di lasciarsi trasformare da Cristo, la bellezza di essere accolti come peccatori ma tirati fuori dai nostri peccati per la Grazia di Cristo, in un rapporto di comunione in cui si compie l’opera della salvezza.

È la bellezza del cristianesimo, miei Fratelli, la bellezza della nostra fede! Fragili e deboli nella fedeltà a ciò che siamo, sappiamo però che siamo qualcosa di speciale. Siamo uomini e donne in cui è accaduto e riaccade continuamente un miracolo! Il miracolo della vita cristiana, il poter vivere con la certezza di essere amati… Un po’ sgangherati, come tutti, ma portatori in noi del tesoro più prezioso: la vita di Dio in noi!

  1. Maria Santissima partecipa fin d’ora della gloria della Regalità di Cristo, come la Chiesa canta nella solennità dell’Assunzione della Vergine in Cielo in corpo e anima, in tutta la Sua Persona: «Maria è salita nei cieli. Rallegratevi! Con Cristo regna per sempre». Partecipa pienamente del Mistero di Cristo, ma questo destino di gloria è anche il nostro e noi sappiamo che anche per noi verrà il tempo della piena realizzazione. Per questo camminiamo lungo i sentieri della vita con una speranza che non delude. E per questo guardiamo a Lei non solo come alla Madre della Chiesa, ma all’Immagine, all’Icona della Chiesa. In Lei vediamo il compimento del nostro cammino; in Lei vediamo la modalità del camminare, i passi che il cammino comporta. «Signore, Dio nostro, che nella Vergine Maria ci hai dato un modello di somma umiltà e di carità sublime – abbiamo pregato – fa’ che la tua Chiesa si consacri con pari dedizione alla tua gloria e al servizio dell’uomo e diventi per tutti i popoli segno e strumento del tuo amore». La contempliamo nella Chiesa come Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelota e Giuda di Giacomo e gli altri discepoli guardavano a lei nella comunità riunita nel cenacolo: «assidui e concordi nella preghiera» abbiamo ascoltato nella I Lettura. E guardiamo a Lei, commossi dal suo amare concreto per gli sposi di Cana, quando, con lo sguardo ed il cuore di una madre vera, Lei disse a Gesù: «Non hanno più vino». Pochissime parole, niente chiacchiere vane. Il Signore la ascoltò ma conducendola in un cammino di fede, di fiduciosa attesa. È grazie a questa disponibilità di discepola del Suo Figlio che Maria poté dire ai servi: «Fate quello che vi dirà». E le giare riempite d’acqua fino all’orlo risultarono piene del vino più buono. «Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui» conclude l’evangelista. Aveva iniziato il racconto dicendo: «E c’era la Madre di Gesù»!

Per comprendere chi siamo, che cosa significa che noi siamo Chiesa, e che cosa comporta esserlo davvero, noi guardiamo a Te, Maria, Immagine, vera Icona della S. Chiesa! Come insegnava S. Ambrogio, Tu, Madre di Dio, sei «figura della Chiesa nell’ordine della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo».

Sia lodato Gesù Cristo!