Omelia nella festa della Presentazione di N. S. G. C. al Tempio Ivrea, Cattedrale, 2 Febbraio 2020

02-02-2020

Carissimi Fratelli e Sorelle, Sia lodato Gesù Cristo!

1. La Liturgia della domenica del Tempo Ordinario cede oggi il passo ad una splendida festa del Signore, cara al popolo cristiano anche per la candela benedetta che i fedeli portano nelle loro case come segno di benedizione…: segno umile, ma concreto, tangibile… e noi sappiamo (e lo sa bene la Chiesa) quanto l’uomo ha bisogno di segni concreti che esprimano ciò che nella mente è formulato come concetto e nello spirito è interiormente vissuto; ne ha bisogno, l’uomo, non per una sua deficienza, ma per sua intima natura…

Splendida festa, cara al popolo cristiano, dicevo, che si celebra 40 giorni dopo il Natale, rivivendo nel mistero della S. Liturgia l’avvenimento della Presentazione del Signore al Tempio, in obbedienza alla Legge di Dio che prescriveva l’offerta dei maschi primogeniti come riconoscimento esplicito che tutto appartiene a Dio e tutto – i figli in particolare – sono dono Suo!

Maria e Giuseppe salirono al Tempio ad offrire il Bambino… Ne abbiamo ascoltato il racconto (Lc. 2, 22-40), e abbiamo accolto l’annuncio che Cristo è la Luce: «lumen ad revelationem gentium et gloria plebis tuae Israel»: luce per illuminare tutti gli uomini, e gloria dell’Israele di Dio.

2. Cristo è la Luce.

Lo dirà egli stesso nei giorni del Suo ministero pubblico: «Io sono la luce d mondo; chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv. 8,12). Ma lo ha detto – senza ancora proferire parole – già nella notte di Betlemme, quando il cielo si illuminò ed i pastori «furono avvolti da una grande luce» (cfr. Lc. 2, 9). Lo dirà ancora il venerdì santo, quando «da mezzo giorno fino all’ora nona si fece buio su tutta la terra» (Mc. 15,33) poiché si spegneva la luce del mondo in quel grido di offerta amorosa al Padre: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc. 23,46). E lo dirà ancora il sole del mattino di Pasqua, quando le donne, «orto iam sole», trovarono vuoto il sepolcro in cui si era tentato chiudere la Luce d mondo…

«Tenebrae non comprehenderunt eum» (Gv. 1,5) canta Giovanni nel Prologo del suo Vangelo: le tenebre non l’anno accolto; sì, non l’anno accolto; ma il verbo significa anche: non lo hanno afferrato, non l’hanno soffocato.

E’ una luce che illumina, il Signore Gesù, ma illumina per mettere in movimento: quello che caratterizza tutto l’Evangelo odierno: Maria e Giuseppe camminano verso il Tempio; Simeone ed Anna, mossi dallo Spirito, sono anch’essi in cammino…

Un cammino orientato all’Incontro: il nome orientale di questa festa: “Hypapante” l’Incontro.

Si tratta di accoglierlo ascoltandoLo, di seguirlo mettendo i nostri passi dietro ai Suoi, di amarLo in un rapporto di amicizia che tutto coinvolge, di non trattenere nulla di ciò che noi siamo, perché solo ciò che a Lui è consegnato è salvato e non si perde…

«Egli è qui per la salvezza e per la perdizione di molti… segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori» dice Simeone…

Cristo è la nostra Pace perché svelando le profondità del nostro essere, non ci umilia né ci angoscia; ci dice: Sono qui per salvarti! Consegna a me la tua vita… Sperimenterai la “spada” che trafisse il cuore di mia madre, ma attraverso questa ferita riceverai in dono la vita nuova… Le strutture, le comunità, la società, cambiano nella misura in cui sei tu a cambiare perché ti lasci cambiare… Attende tibi! Guarda a te stesso, rinnova il tuo sguardo e il tuo cuore! Cambierà la realtà intorno a te, e sarai filo d’erba fresca anche in terra arida.

3. Oggi si celebra, Amici, la “Giornata per la vita”, istituita dalla Chiesa in Italia per ricordare e affermare pubblicamente che la vita umana è dono di Dio, ha un valore sacro e deve essere quindi stimata e difesa dal suo sorgere al suo naturale tramonto.

Nella grande enciclica del 1995, “Evangelium vitae” san Giovanni Paolo II scrive: «Il Vangelo della vita sta al cuore del messaggio di Gesù e va annunciato con fedeltà coraggiosa agli uomini di ogni epoca e cultura. Oggi questo annuncio del valore sacro della vita umana dal primo inizio fino al suo termine, e il diritto di ogni essere umano a vedere sommamente rispettato questo suo bene primario sul quale si fonda l’umana convivenza e la stessa comunità politica, si fa particolarmente urgente per l’impressionante moltiplicarsi e acutizzarsi delle minacce alla vita, soprattutto quando essa è debole e indifesa… Purtroppo, questo inquietante panorama si va dilatando: si consolida una nuova situazione culturale che dà ai delitti contro la vita un aspetto inedito e – se possibile – ancora più iniquo: larghi strati dell’opinione pubblica giustificano alcuni delitti contro la vita in nome dei diritti della libertà individuale e ne pretendono persino l’autorizzazione da parte dello Stato, e l’intervento gratuito delle strutture sanitarie. L’esito al quale si perviene è drammatico: la coscienza, quasi ottenebrata da così vasti condizionamenti, fatica sempre più a percepire la distinzione tra il bene e il male in ciò che tocca lo stesso fondamentale valore della vita umana. A tutti i membri della Chiesa. popolo della vita e per la vita, rivolgo il più pressante invito: operare affinché crescano giustizia e solidarietà e si affermi una nuova cultura della vita umana, per l’edificazione di un’autentica civiltà della verità e dell’amore».

Chiediamo a Dio, Fratelli e Sorelle, la grazia di non chiudere gli occhi e di non indurire il cuore di fronte alla Luce che è Cristo, Luce che risplende anche nel messaggio che la Giornata della Vita ci porta.

Sia lodato Gesù Cristo!