Omelia nella festa della Esaltazione della S. Croce, Vische C.se, Betania del S. Cuore, 14 settembre 2020

14-09-2020

Carissimi Fratelli e Sorelle,

in questa festa della Esaltazione della Santa Croce celebriamo quest’anno, particolarmente qui a Betania, la solennità del Sacro Cuore che, a causa dell’epidemia, non abbiamo potuto celebrare adeguatamente nel mese di giugno.

Veneriamo la S. Croce su cui il Cuore del Crocifisso è stato aperto dal colpo della lancia, e adoriamo questo Cuore divino e umano che, nell’offerta di Sé al Padre per la nostra salvezza, ben più che per il colpo della lancia si è spalancato in un atto di Amore infinito: è Re e centro di tutti i cuori: non un’immagine, un simbolo, ma tutta la Persona di Gesù nostro unico Salvatore, la sintesi del meraviglioso mistero di Amore, fonte di vita e di santità, dal quale abbiamo ricevuto grazia su grazia!

La nostra diocesi, tra i tanti segni della benevolenza di Dio, ha avuto la grazia di vedere sorgere e svilupparsi, ad opera della ven. Luisa Margherita Claret de la Touche, il prezioso movimento di spiritualità sacerdotale e laicale che tanti frutti ha dato e dal quale dobbiamo oggi ripartire con nuova convinzione per una vera ripresa della vita cristiana affinché questa “ripresa” di cui parliamo e che desideriamo non sia una vana illusione…

Sì, non sia una vana illusione, perché questo pericolo c’è!

La dolorosa prova dell’epidemia, che non è ancora terminata, come ci mostra chiaramente una certa nuova diffusione del contagio e come ci mostrano gli effetti disastrosi che la prima diffusione ha prodotto, o è per noi un forte richiamo alla conversione e alla nuova, rinnovata adesione a Cristo Salvatore, o la ripresa è una illusione!

Desidero riascoltare con voi quanto Madre Luisa Margherita ha lasciato scritto di ciò che ha ascoltato dal Signore:

«Ho dato ai miei sacerdoti il mio cuore perché scoprano i tesori di amore contenuti in Dio, e dopo avervi attinto personalmente vi attingano per il mondo». «Il mio prete è un altro me stesso. Io lo amo, ma deve essere santo. Diciannove secoli fa, dodici uomini hanno cambiato il mondo; ma non erano solo uomini: erano sacerdoti. Anche oggi dodici sacerdoti potrebbero cambiare il mondo. Io voglio che i miei sacerdoti siano seminatori di amore!».

«Il sacerdote – scrive allora madre L. Margherita – deve entrare attraverso il Sacro Cuore nella conoscenza intima di Gesù Cristo: è come una porta attraverso la quale egli deve passare p penetrare nell’intimo del Cristo e, dopo essersi impregnato di lui, diventare come uno specchio tersissimo nel quale l’Amore Infinito possa riflettersi».

E allora, carissimi Fratelli e Sorelle, al Sommo Sacerdote, il Signore Gesù, innalziamo con fede, oggi qui a Betania e là dove ogni giorno viviamo, la preghiera:

«O Gesù, Pontefice eterno, divino Sacrificatore, tu che in uno slancio incomparabile d’amore per gli uomini tuoi fratelli, hai fatto sgorgare dal tuo Sacro Cuore il sacerdozio

cristiano, degnati di continuare a versare nei tuoi sacerdoti le onde vivificanti dell’Amore Infinito.

Vivi in essi, trasformali in te, rendili per mezzo delle tue grazie gli strumenti delle tue misericordie; opera in essi e per essi, e fa’ che, dopo di essersi rivestiti di te, per mezzo della fedele imitazione delle tue adorabili virtù, essi facciano in tuo nome e per la forza del tuo Spirito, le opere che hai compiuto tu stesso per la salvezza del mondo.

O divin Redentore delle anime, vedi quanto grande è la moltitudine di quelli che dormono ancora nelle tenebre dell’errore; conta il numero di quelle pecorelle infedeli che

camminano sull’orlo del precipizio; considera la folla dei poveri, degli affamati, degli ignoranti e dei deboli che gemono nell’abbandono.

Ritorna a noi per mezzo dei tuoi sacerdoti; vivi, o buon Gesù, in essi, opera per essi, e passa di nuovo in mezzo al mondo insegnando, perdonando, consolando, sacrificando, riannodando i sacri vincoli dell’amore fra il cuore di Dio e il cuore dell’uomo. Amen».

«Ti adoro, Amore Infinito, nascosto nei misteri tutti della nostra fede, risplendente nell’Eucarestia, traboccante sul Calvario, vivificante nella Santa Chiesa per mezzo dei Sacramenti. Ti adoro palpitante nel Cuore di Cristo, tuo ineffabile tabernacolo, e a Te mi consacro. Mi dono a Te senza timore, nella pienezza della mia volontà; prendi possesso del mio essere, pervadilo totalmente. Sono un niente, incapace di servirti, è vero; ma sei Tu, Amore Infinito, che questo niente hai vivificato e attrai a Te».

Preghiamo, carissimi Fratelli e Sorelle, per il dono di nuove vocazioni sacerdotali per la nostra diocesi e per la Chiesa intera.

Preghiamo per la santità di quelli che abbiamo e di quelli che verranno.

Preghiamo perché riprenda vigore il movimento di intensa, profonda spiritualità sacerdotale che di qui è partito.

E’ di questo che oggi abbiamo più bisogno!

Passerà l’epidemia… Tutto passa, anche le epidemie; ma non è automatica la “ripresa” vera: dobbiamo entrare consapevolmente nel Cuore di Cristo, nella fonte della vita e della santità, con tutto ciò che questo entrare comporta in pensieri, parole, opere, in cambiamento di vita e di impostazioni.

Buon cammino Fratelli e Sorelle!
Buon cammino carissime Suore di Betania. Contiamo su di voi e sulla vostra costante preghiera!

Sia lodato Gesù Cristo!