Omelia nel 360° del Miracolo Eucaristico Palazzo C.se, chiesa parrocchiale, 20 marzo 2022

20-03-2022

Carissimi Fratelli e Sorelle, Sia lodato Gesù Cristo!

1. Ricordando il Miracolo Eucaristico qui avvenuto 360 anni fa, il 18 marzo 1662, ho la gioia di celebrare con voi questa S. Messa in cui rinnoviamo il ringraziamento che tante volte la vostra Parrocchia ha innalzato al Signore per il grande dono ricevuto e, al tempo stesso, la consapevolezza dell’importanza fondamentale di quanto viviamo nella celebrazione dell’Eucaristia. Il rinnovamento della Chiesa e, nella Chiesa, di ogni fedele, proprio dalla consapevole partecipazione alla S. Messa prende avvio, poiché essa è la fonte della vita e della missione: «Non è possibile – insegna il Concilio Vaticano II (P.O., 6) – che si formi una comunità cristiana se non avendo come radice e come cardine la celebrazione dell’Eucaristia».

Nelle Lettere Pastorali di questi ultimi anni e in vari Messaggi per diverse occasioni ho invitato tutti a riflettere sulla celebrazione della S. Messa a partire dalle 15 catechesi che il S.Padre Francesco, nel 2018, ha dedicato al tema augurandosi che esse «possano far crescere nei fedeli la consapevolezza del grande dono e mistero che è l’Eucarestia celebrata e conservata, e nello stesso tempo si lascino convocare frequentemente a vivere questo sacramento, cuore della Chiesa, medicina per i malati e fortezza per i sani».

È urgente, carissimi Fratelli e Sorelle, mettere al centro ciò che è l’essenziale: Gesù Cristo presente e vivo nella Sua Chiesa, Lui che ci ha detto: «Chi mangia me vive di me» e ha promesso: «Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla consumazione del mondo».

«Nella liturgia terrena – insegna il Concilio Vaticano II (S.C.8) – noi partecipiamo per anticipazione alla liturgia celeste […]; insieme con tutte le schiere delle milizie celesti cantiamo al Signore l’inno di gloria».  E il S. Padre Francesco nelle sue catechesi dice: la Messa «è il memoriale del Mistero pasquale di Cristo. Ci rende partecipi della sua vittoria sul peccato e la morte, e dà significato pieno alla nostra vita. Il memoriale non è soltanto il ricordo di avvenimenti del passato, ma li rende in certo modo presenti e attuali. La Messa non è soltanto un ricordo: no, è di più: è fare presente quel che è accaduto venti secoli fa.  L’Eucarestia ci porta al vertice dell’azione di salvezza di Dio: il Signore Gesù riversa su di noi tutta la sua misericordia e il suo amore, come ha fatto sulla croce… Partecipare alla Messa, in particolare alla domenica, significa entrare nella vittoria del Risorto… Nella Messa si fa Pasqua, Cristo vive in noi e noi viviamo in Lui. Quando andiamo a Messa è come se andassimo al calvario per passare con Lui dalla morte alla vita».          

2. Cari Amici, mentre camminiamo verso la Pasqua, la Par del Signore che risuona in questa domenica III di Quaresima, ci chiama a un cammino di sincera conversione.

Il sangue di ribelli che Pilato fece versare (e Gesù dice: «Non eran certo più peccatoti di altri»), e il fico della vigna che per anni non ha dato frutti e rischia di essere eliminato, ci mettono di fronte la fragilità che segna noi stessi e tutto ciò che esiste. Suona quindi potentemente realistico l’invito del Signore nella Lettera di S. Paolo: «Chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere». 

È anche l’esperienza di Mosè che abbiamo ascoltato nella I Lettura… Salvato dalle acque, adottato dalla figlia di Faraone, educato a tutta la sapienza dell’Egitto, divenuto potente nella casa del Re, quando volle far qualcosa per aiutare il suo popolo schiavo in Egitto si scontrò con la fragilità anche degli ideali più alti, e dovette fuggire diventando pastore di greggi nel deserto di Madian: lì fu educato da Dio e reso capace di compiere l’opera che il Signore gli affidava; lì imparò che la Grazia non elimina la fragilità, ma sostiene l’uomo nell’impegno. 

Dio che gli parla attraverso il fuoco del roveto che non si consuma lo chiama p nome: dice “tu” nel momento in cui dice: “Io” – “Io sono”. Instaura un rapporto personale, una comunione dentro la quale anche la finitezza della creatura può ess vissuta senza disperazione, senza tristezza!

3. Carissimi Fratelli e Sorelle, questo Mistero di Grazia e di Misericordia non è “qualcosa”: è Qualcuno! È Gesù Cristo, Dio fatto Uomo, che, per farsi vicino a noi, per condividere la nostra vita e salvarci dentro alle situazioni dell’esistenza, è nato a Betlemme, è morto in croce, è risorto il terzo giorno e riamane con noi, fonte di vita e di santità! 

Con l’Apostolo Pietro noi Gli diciamo: «Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole che danno la vita»!

Viviamo con slancio la splendida avventura della comunione con Lui, poiché nella vita non c’è niente di più bello e di più prezioso di questo!                          

Sia lodato Gesù Cristo!