Omelia in nocte Nativitatis D. N. J. C. Cattedrale, Ivrea, 24 Dicembre 2019

24-12-2019

Sia lodato Gesù Cristo!

Buon Natale, carissimi Fratelli e Sorelle: il Suo Natale che diventa anche il nostro perché per noi Gesù è nato!

La vergine Maria, che Giuseppe accolse come sua sposa amata mentre lei già portava in grembo il Bimbo concepito per opera dello Spirito Santo, in questa notte, di quell’anno lontano, lo ha dato alla luce a Betlemme; vi erano saliti da Nazareth perché l’Imperatore di Roma, Cesare Augusto, aveva decretato un censimento e, ben lontano dall’immaginarlo, diventava collaboratore del piano di Dio secondo cui il Messia Salvatore doveva nascere a Betlemme, la Città di Davide.

Giunti lì, si erano sistemati in una grotta, poco fuori dal villaggio, poiché nel “kataluma”, il caravanserraglio – dove erano in tanti, quella notte, anche quelli venuti a Betlemme per farsi censire – «non c’era posto per loro», o non era posto p loro, per la giovane donna che stava per dare alla luce il suo primogenito; lì, in quella grotta, adibita a stalla per gli animali, il neonato fu avvolto in fasce e deposto nel presepe, la mangiatoia.

Ai pastori che, poco lontano di lì, vegliavano sul gregge, un angelo del Signore diede l’annuncio di quella nascita e una moltitudine di angeli cantò «Gloria a Dio e pace agli omini di buona volontà», mentre una grande luce improvvisamente rischiarava la notte…

Questo, Fratelli e Sorelle, è il fatto – il fatto storico – che noi riviviamo questa notte. Un avvenimento antico, che è sempre nuovo, poiché continua a toccare il ns cuore e a farlo vibrare di commozione, al pensiero che quel Bimbo è Dio, il Creatore e Signore del Cielo e della terra, che si è fatto Uomo «per noi uomini e per la nostra salvezza»!

Nei giorni della Novena di Natale lo abbiamo cantato come Colui che «apre e nessuno chiude, chiude e nessuno apre»: vero Dio e vero Uomo, l’unico Salvatore, di fronte al Quale ogni altro che si presenti come tale – e quanti lungo la storia ce ne sono stati e ancora ce ne sono! – ben presto mostra la sua inconsistenza e i disastri di cui è capace… Egli soltanto è «la via, la verità e la vita; la luce del mondo»… La salvezza dell’uomo è nelle mani Sue! L’aprire e chiudere che Egli compie è il Dono della redenzione: apre la porta della Salvezza e ci dona la possibilità di vivere una vita nuova. Al di fuor di questo Dono, rimane l’ideologia a tentare un cambiamento nelle persone e nella società, ma è utopia ciò che essa promette.

Questo, Fratelli e Sorelle, ci ha portati qui! Il bisogno di qualcosa che non possiamo darci noi stessi; il bisogno della novità che è questo Bambino! Ed Egli è qui, davanti a noi. «Ciascuno di noi – diceva san Paolo VI – può dire, deve dire: E’ venuto per me! Per me! Che nessuno pensi d’avere celebrato bene il Natale, se non s’è sentito investito e quasi folgorato da questa sempre nuova scoperta: Egli è venuto per me! Io sono amato da Cristo!».

La Pace che Egli porta, carissimi – la Pace che è tale anche in mezzo alle guerre che insanguinano il mondo, alle tensioni ed ai conflitti non armati ma ugualmente disastrosi, nella società, nelle famiglie, nei vari ambienti – è Dono Suo per chi gli apre il cuore e Gli consegna la vita! E’ la certezza che riempie il cuore della Chiesa. Riempia anche il nostro! I nostri problemi personali, quelli storici e sociali dell’umanità non possono prescindere dalla nostra conversione a Cristo, Signore della vita e della storia.

L’unico valore per cui vale la pena di vivere è la Sua presenza tra noi; tutto il resto viene dopo. Dobbiamo rimanere saldamente radicati nella fede in Lui e nell’amore a Lui.

Fratelli e Sorelle, questo Bimbo che è qui davanti a noi, come era nella grotta davanti ai pastori, non agisce a colpi di bacchetta magica; agisce nella misura in cui Gli apriamo la mente: il pensiero, la ragione; e il cuore: i sentimenti, gli affetti…

Come i pastori di Betlemme, diciamoci l’un l’altro: «Vediamo l’avvenimento che Dio ci ha fatto conoscere»!

Buon Natale!
Sia lodato Gesù Cristo!