Omelia della S. Messa in Nocte Nativitatis Domini

25-12-2020

Buon Natale, carissimi Fratelli e Sorelle!
Sia lodato Gesù Cristo!

Siamo qui per adorare il Bambino che Dio è diventato facendosi uomo. Per adorarlo e consegnare a Lui il nostro vivere in tutta la sua concretezza, i nostri pensieri, le nostre azioni e preoccupazioni: tutto ciò che siamo! Non siamo qui per parlarne, ma per offrire a Lui la nostra vita che scorre nelle circostanze del tempo. Siamo qui con quattro ore di anticipo sul tradizionale momento in cui celebravamo la S. Messa nella notte della Natività, ma non è questo al centro dei nostri pensieri. Al centro c’è Lui, il neonato Bambino di Betlemme, Emmanuel, Dio-con-noi!

E’ questo il fatto che occupa la nostra mente e colma di intima gioia il ns cuore; e se non fosse questo che differenza ci sarebbe tra noi e quelli per cui il Natale è solo un momento dell’anno in cui si fa festa e si rammaricano perché quest’anno essa non ha tutte le possibilità di altri anni?
Un caro Sacerdote della nostra Diocesi ha scritto, giorni fa: “Non sono le difficoltà a impedire una festa cristiana. Chi fa festa intravede, al di là delle cose della storia, un senso luminoso. Sembra che il termine “festa” derivi dal verbo greco “phaino”: manifestare, portare alla luce. La festa fa intravedere, trasparire, un nuovo orizzonte per cui merita vivere. C’è una radicale differenza tra il far festa e l’essere festaioli secondo il mondo. La festa è una scintilla della realtà di Dio nella storia umana. Il tempo passa, la festa rimane. Far festa è vincere il negativo non “fuggendo”, ma “celebrando”, perché qualcosa di sacro è in gioco in ogni ora”…
Ecco, Fratelli e Sorelle, perché siamo qui questa sera!

E’ il Natale di Gesù Cristo, l’evento della nascita del Salvatore, quello che noi celebriamo, quale che sia la situazione: non il ricordo di un fatto del passato, ma qualcosa che accade oggi, reso presente dalla S. Liturgia nel Mistero celebrato. L’«Oggi» che il Vangelo ha proclamato – «Oggi è nato per voi il Salvatore. Troverete un bambino avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia» – diventa il nostro “oggi”, quello che stiamo vivendo.
La nascita di questo Bambino ha inaugurato una storia che dura da venti secoli, iniziata in una grotta delle montagne di Giudea, dove Maria, Vergine Immacolata, lo ha dato alla luce.

Questo Bambino è Dio venuto a salvare l’uomo dai suoi peccati e da una vita chiusa in se stessa! E’ sceso per noi dalle altezze dei cieli; per amore nostro ha preso questa carne, la nostra umanità; ha vissuto la nostra vita e condiviso i nostri problemi, le nostre sofferenze e le nostre gioie. E lo ha fatto per incontrarci e dirci: Dio, mio Padre, diventacanche tuo Padre! La tua vita con me diventa vita di un figlio di Dio; sentirti Suo figlio e viver da figlio è la più grande novità che la tua vita possa sperimentare. Se accetti il mio dono, la tua vita può essere vissuta con 1 gusto nuovo, perché Dio riempie di pace il tuo cuore mai sazio!

Ecco, Fratelli e Sorelle, perché siamo qui: e se non lo siamo a mezznotte, come ci piacerebbe, e come sarebbe ancor più significativo in ordine alla tradizione, nulla cambia nella sostanza. La sostanza è che Dio è venuto a salvarci, si è fatto Uomo per la nostra salvezza! Fare dei passi, con il cuore aperto ad accogliere il Dono che ci offre, è l’essenziale! Questo è ciò di cui non possiamo e non dobbiamo fare a meno! Come hanno fatto i pastori che sono andati alla grotta «dicendosi l’un l’altro: andiamo fino a Betlemme, vediamo l’avvenimento che ci è stato fatto conoscere».
Giuseppe, lo sposo di Maria, scelse quella grotta per un atto di responsabile amore verso la sua giovane sposa e verso il Bimbo che stava per nascere, poiché “locus non erat eis in diversorio”: non era posto per loro nel caravanserraglio.…
Quella grotta è un luogo reale, ma assume anche il carattere di immagine eloquente… Scavata nella pietra del monte, è una fenditura, un incavo, un buco: ci fa pensare ai vuoti che segnano la nostra esistenza, alle caverne che problemi, difficoltà, drammi, incoerenze, peccati scavano nella nostra vita…

Ebbene, Gesù Cristo nasce qui dentro! Il Salvatore dell’uomo è venuto a colmare i nostri vuoti, a immettere una vita nuova nelle crepe della nostra esistenza. La tragedia non sono i nostri vuoti, ma se essi non accolgono il Salvatore.

Nell’esistenza di ogni giorno, nelle situazioni e nelle diverse circostanze, Cristo è presente e ci offre la possibilità di vivere tutto in modo diverso. Tutto cambia perché ci è donato il senso di tutto: il perché della vita, del dolore, del nostro desiderio mai pienamente soddisfatto… Non siamo più soli con le nostre incoerenze e i peccati che “bucano” la nostra vita… Al Centro c’è Lui, il Salvatore!

Il problema, allora, non sono i nostri problemi, ma se non ci lasciamo stringere nell’abbraccio che Egli ci dona affinché possiamo vivere tutto in modo diverso.

Non abbiamo paura! Alziamo lo sguardo!

La candida semplicità del presepe ci dice che viviamo sulla terra come all’alba di un grande giorno che sarà pieno nell’aldilà, in Paradiso, ma che è già spuntato.

Buon Natale!

Sia lodato Gesù Cristo!