Meditazione ai giovani Veglia dei Santi

S. Giovanni Canavese 31 Ottobre 2019
31-10-2019

Festa di tutti i Santi.

Che cosa festeggiamo, ragazzi? Di cosa facciamo festa? Del fatto che uomini e donne, alcuni giovani, altri adulti, altri arrivati fino alla vecchiaia, come sant’Antonio abate morto a 105 anni, sono stati buoni, sono stati grandi, si sono dati da fare, hanno servito i poveri, hanno praticato l’ecologia, hanno amato anche i nemici?

No! I Santi non sono Santi perché hanno fatto questo e tante altre cose ancora! Sono Santi perché hanno amato Gesù Cristo, ma non “l’idea” di Gesù Cristo: hanno amato Lui, Lui Figlio di Dio, Lui Dio che si è fatto uomo per salvare la nostra vita dal peccato, dal male che ci attanaglia nel profondo e ci impedisce di essere quello che pure vorremmo essere; Lui vivo e presente, non i suoi valori soltanto; Lui che in certi casi, mi prende a pugni e in quei casi non mi ama meno di quando mi abbraccia, sì, perché Lui c’è, è qui – “Io sono con voi!” – ed è qui, oggi, in ogni istante della mia giornata, e lo può essere, così presente, così vivo dopo essere morto in croce e sepolto, solo perché è Dio, Colui che ha creato il cielo e la terra, l’universo di tutto ciò che esiste; solo perché è Dio, non il fondatore di una religione che spinge l’uomo al bene, non il Maestro intelligente che fa fare passi avanti nel sapere e nell’operare, non un grande uomo di cui conserviamo ammirato ricordo: è Dio!

Capite, ragazzi, che cosa significa che è Dio? E’ per questo che è qui, che le sue idee e le cose che ci ha insegnato valgono oggi come valevano nel Medio Evo, nell’epoca della Rivoluzione francese, e varranno nel IV millennio se il mondo ci sarà ancora: sempre quelle, sempre le stesse, perché è Dio, è la Verità, è il Salvatore dell’uomo, è Colui che mi strappa dal chiuso di me stesso e mi lancia in una avventura, in una vita che si trasforma, che diventa bella nell’amicizia con Lui, nella obbedienza a quello che Lui chiede, nell’adesione al Suo Cuore fino al punto che il mio piccolo cuore diventa il Suo: cor meum in corde tuo, Christe: il mio cuore nel tuo Cuore, o Cristo!

Capite chi sono i Santi, che cosa hanno fatto, che cosa hanno vissuto? E allora c’è chi, dentro a questo rapporto con Lui vivo e presente, ha fatto imprese da grand’uomo, da grande donna, come Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Teresa d’Avila; e c’è chi non ha fatto niente di strepitoso, come Isidoro il contadino, che ha coltivato i campi nella campagna intorno a Madrid, come Filippo Neri che a Roma ha fatto il prete, che è stato prete… Dentro a questo rapporto con Gesù vivo e presente, non per essere buoni, non per fare del bene! Mi importa nulla di essere buono, e neanche di fare del bene: mi importa essere di Cristo, entrare nel Suo Cuore e lì diventare quello che Lui vuole e quello che Lui mi fa diventare!

Ragazzi, qui sta l’essenza del cristianesimo, che è l’esatto contrario del moralismo oggi imperante nel mondo, e – molto, molto più grave – imperante anche nella Chiesa! Che cos’è la fede

cristiana? Comportarsi secondo i valori, o diventare “uno” con Gesù Cristo, uno che vive di Lui, con Lui, per Lui, in Lui? E’ solo così che i comportamenti cambiano, e cambiano non perché voglio essere buono, ma perché voglio essere cristiano, voglio essere Suo, di Gesù Cristo! Voglio essere laico, prete, suora, sposo, sposa, fidanzato, fidanzata, operaio, professore, e ogni cosa, non “secondo Cristo”, ma in Cristo! Tutto il resto è moralismo. La morale cristiana, invece, è vivere in Cristo Gesù. E per questo Cristo è venuto, è vissuto, è morto e risorto! Non per mettermi tra le mani un libretto di istruzioni sul vivere bene, ma per mettere la Sua vita, la Sua presenza, qui, davanti a me, e dirmi: Entra! Il mio amore per te sta nel farti entrare dentro a questa vita che il Padre ha dato a me… Poi, lavora ama, combatti, soffri, salta, balla, canta, fai quel che devi fare, ma per me, con me, in me!

Ragazzi, senza questo non c’è fede cristiana e quindi non c’è santità!

Capite perché facciamo festa ai Santi? Non fatevi ingannare da discorsi tenui, riduttivi… Non fatevi ingannare da chi vi chiede di amare, di servire, di fare la raccolta differenziata senza dirvi che tutto questo o lo fai in Cristo, o la tua vita non cambia, in te non cambia niente! Non fatevi ingannare da chi vi parla dei valori del cristianesimo senza parlarvi di Cristo come Dio e Signore, come la Verità, l’unica Verità alla luce della quale tutto acquista il suo significato più chiaro e più vero!

Viviamo in un tempo, in una cultura o mentalità, che mette questo in sordina, anche nella Chiesa; ed è per questo che si verifica la eterogenesi dei fini: accade l’esatto contrario di quello che in teoria, anche nel bene, ci si propone!

Credetemi, è questo che, come Pastore di questa Chiesa alla quale sono stato mandato, io sento di dovervi dire, e di dovervi dire in nome di Cristo che mi ha inviato!

Gesù Cristo o è “quanto di più caro noi abbiamo nel cristianesimo, Lui stesso e tutto ciò che ci viene da Lui poiché noi sappiamo che abita in Lui corporalmente la pienezza della divinità” o siamo i seguaci di una religione mondana, costruita da uomini, che non cambia nulla della nostra vita, seguaci di una ideologia religiosa che, come tutte le ideologie, è anche capace di creare disastri.

Per che cosa sono morti, per che cosa hanno offerto la loro vita, i nostri martiri? Per che cosa la offrono, affrontando la morte, i tanti martiri cristiani di oggi? Per una idea religiosa o perché Gesù Cristo è diventato la loro vita, e questa non muore neanche se l’ammazzano? Per che cosa sono vissuti e vivono il loro servizio, spesso duro, tanti preti santi? Per le pietre di cui sono costruite le chiese e le aule parrocchiali o per Gesù Cristo che è la Pietra viva sulla quale ti sfracelli se vai contro, e da cui sei sostenuto se ti affidi? Per che cosa vivono fedelmente il matrimonio le coppie di sposi cristiani che lo vivono così? Per opportunità, per convenienza o perché vivono in Cristo il loro matrimonio e si amano, lo sposo la sua sposa, la sposa il suo sposo, come Cristo ama la Chiesa?

Capite qual è il cuore di tutto? Capite qual è la fonte delle vocazioni? Altro che chiacchiere: diminuiscono i preti, le suore, i matrimoni cristiani; che cosa fare se in tutte le chiese, nelle chiese di ogni paesino della diocesi, non c’è più la possibilità di avere la Messa all’ora più comoda? Troviamo qualche escamotage? Istituiamo degli “operatori pastorali”? Amici, le vocazioni nascono nella misura in cui chi vive nel rapporto con Cristo vivo e presente sente di essere chiamato a fare ciò che Egli, Gesù, ha fatto… Altro che escamotages! Il problema siamo noi, non i tempi e le situazioni! Il problema delle terre di missione (e anche la nostra lo è) sono certi missionari che non annunciano più Gesù Cristo come Dio Salvatore dell’uomo, Gesù Cristo come il vivente, il vivo che è qui e ti chiede di entrare nella Sua vita e di diventare cristiano: cioè appartenente a Lui, parte di Lui, una cosa sola con Lui, tralci nella vite, come Egli ha detto.

Ragazzi, chiediamo ai nostri Santi, che hanno vissuto così, di aiutarci a capire che questo è l’unum necessarium, l’unica cosa indispensabile, e di gettarci in questa avventura senza paura della nostra debolezza, nemmeno dei nostri peccati. Solo con la paura di non appartenere a Cristo, di non essere Suoi!

Sia lodato Gesù Cristo!