Indirizzo di saluto al Santo Padre da parte di S.E.R Monsignor Arrigo Miglio

Beatissimo Padre,

l’intera Diocesi di Ivrea si unisce alla comunità di Romano Canavese e al suo figlio più illustre, Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, nel porgerLe il benvenuto in questa terra, con grandissima gioia e profonda riconoscenza. Grazie Padre Santo per il regalo di questa giornata, dono reso ancor più prezioso perché sottratto alla Sua breve vacanza, che seguiamo con affetto e con la preghiera, rivolta in modo particolare alla Vergine Immacolata che dall’alto del Gran Paradiso veglia sulla Vale D’Aosta, vicino a Lei, e sul Canavese.

La nostra regione ha ricevuto la Parola del Vangelo fin dai primi secoli dell’era cristiana; agli inizi del IV secolo è stata fecondata dal sangue dei Martiri, alcuni locali altri venuti dalla gloriosa Legione Tebea di stanza a St. Maurice, nell’attuale Svizzera: la loro memoria e le sante Reliquie sono custodite nella Cattedrale di Ivrea e nelle numerose chiese loro dedicate, come questa parrocchiale dedicata all’Apostolo Pietro e al Martire San Solutore. Lo zelo missionario di Sant’Eusebio, primo vescovo di Vercelli e del Piemonte, ha fatto crescere la comunità cristiana eporediese che, a partire dal V secolo, è costituita come chiesa particolare con un proprio Vescovo.

Siamo dunque eredi e responsabili di una lunga tradizione cristiana, che ha segnato profondamente la vita spirituale, culturale e sociale del Canavese, lasciandoci numerosi valori di riferimento ancora ben radicati nella vita personale e sociale. Ricordo in modo speciale l’amore alla famiglia e al lavoro, la solidarietà, la cooperazione missionaria con i paesi più poveri, la disponibilità all’accoglienza dei nuovi immigrati: non possiamo dimenticare infatti che, solo pochi decenni fa, anche la nostra regione era terra di emigrazione. Dopo aver sperimentato il passaggio da una cultura prevalentemente agricola a quella industriale e tecnologicamente avanzata, ancora presente anche se ridimensionata, oggi viviamo la ricerca di nuove vie di sviluppo economico. Molte famiglie però, e in particolare i giovani, soffrono a causa della precarietà dei posti di lavoro e della disoccupazione che colpisce diverse fasce di età. Accanto alle povertà materiali non mancano, purtroppo, altre povertà, spirituali e morali, spesso ben più pesanti della povertà materiale. La Sua visita, Padre Santo, ricalca le orme del Servo di Dio Giovani Paolo II, pellegrino nella nostra Diocesi il 18 e 19 Marzo del ’90, e la Sua presenza oggi è testimonianza viva della vicinanza continua del Papa e della Chiesa ai problemi del lavoro, della famiglia e a tutte le sofferenze dell’uomo: grazie Santo Padre per la Caritas In Veritate.

Visitando la parrocchia di Romano Canavese Lei onora la tradizione di fede e di lavoro che caratterizza le comunità della nostra Diocesi, formata in gran parte da paesi simili a questo. Con la Sua visita, Padre Santo, Lei onora, proprio nell’ Anno Sacerdotale, il nostro Clero e specialmente le nostre famiglie, che ci hanno avviati e sostenuti nel cammino della vocazione sacerdotale, come la cara Famiglia del Cardinale Segretario di Stato che oggi Le apre la propria casa. Romano e le altre parrocchie del Canavese hanno donato alla Chiesa numerose vocazioni sacerdotali e religiose, molti missionari e diversi sacerdoti dedicati al servizio della Santa Sede, alcuni dei quali oggi sono qui presenti accanto a Lei.

Padre Santo, osiamo chiederLe una preghiera particolare perché il Signore ci conceda ancora numerose vocazioni, giovani generosi impegnati nella famiglia e nella società, educatori che sappiano testimoniare e indicare la via della santità.

Voglia donarci, Padre Santo, la Sua Paterna Benedizione Apostolica, per tutte le famiglie di Romano e per tutta la Diocesi Eporediese.

Foto: Copyright “Foto Marino” – Ivrea