Messaggio alla Diocesi per la S. Quaresima 2021

«Tu ami tutte le tue creature, Signore, e nulla disprezzi di ciò che hai creato; tu dimentichi i peccati di quanti si convertono e li perdoni, perché tu sei il Signore nostro Dio (Cfr. Sap 11,23-26)».

Inizia con queste parole, carissimi Fratelli e Sorelle, la S. Messa del Mercoledì delle Ceneri. E la preghiera colletta ci fa chiedere: «O Dio, nostro Padre, concedi al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male. Per il nostro Signore Gesù Cristo…».

Siamo sulla soglia della annuale salita alla Pasqua e ringraziamo il Signore perché quest’anno, diversamente da quello trascorso, possiamo compiere il nostro cammino partecipando di presenza, nell’osservanza delle norme anticontagio, alle celebrazioni ed alle iniziative quaresimali.

Le Ceneri benedette imposte sul nostro capo richiamano la nostra fragile condizione di uomini, espressa, senza mezzi termini, dalla prima delle formule che accompagnano il gesto: «Ricordati, uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai»; e richiamano la necessità del pentimento per i nostri peccati e la volontà di un cambiamento reale, espressi, con identica chiarezza, dalla seconda formula: «Convertitevi e credete al vangelo».

«Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, pianti e lamenti, laceratevi il cuore e non le vesti»; «Lasciatevi riconciliare con Dio… Non accogliete invano la sua grazia» è la Parola del Signore che risuona poco prima che le Ceneri siano poste sul nostro capo; questa stessa parola illumina anche i tre passi del ritorno a Dio – elemosina, preghiera e digiuno (Mt. 6,1-6.16-18) – riguardo ai quali il Signore stesso nel Vangelo ci dice: «State attenti…Non fate come gli ipocriti…».

Ci è chiesto un cammino di liberazione da tanti atteggiamenti che vengono da una “carne” che non si lascia toccare dalla Grazia di Cristo: di passare da una vita centrata su noi stessi ad una vita centrata su Dio, da una libertà che si difende e si arrocca ad una libertà che aderisce al Dio vivente, da uno sguardo miope ad uno sguardo che accoglie quello di Dio.

Le nostre iniziative quaresimali sono veicolo all’incontro con Cristo presente per lasciarci conformare a Lui: in ogni situazione e quindi anche in questa dolorosa dell’epidemia che ha messo in ginocchio il mondo creando tanti problemi o manifestandoli, da latenti che erano, ed ha gettato nello sconforto e nello scoraggiamento tante persone di tutte le età, che vediamo penosamente demotivate ed avvilite.

La fede vissuta illumina l’agire e sorregge l’impegno: strappa dalle paure e dal panico abbondantemente seminato; libera dall’abbattimento e dalla sterile tristezza. Non “magicamente”, ma attraverso la luce e la forza che infondono la certezza che non siamo soli, che, pur soggetti alle leggi della natura e in balìa di tanti eventi naturali o provocati, «tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio» (Rom 8,28); che le norme di salvaguardia dal contagio sono da rispettare, ma il bene supremo non è la salute, il benessere, la lunga vita, ma Dio e la vita eterna in Lui.

La bussola che la fede ci offre è Cristo crocifisso e risorto, che ci dice: “Non abbiate para!”; “Io ho vinto il mondo”; “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”!

Partecipare alla vita della Chiesa nella S. Liturgia, negli altri momenti di preghiera e di ascolto della Parola di Dio, nelle attività a tutto questo connesse, non è per noi un “di più”: è essenziale e non possiamo farne a meno.

E’ essenziale anche per l’impegno nella vita della società da alcuni areopaghi della quale ci viene la chiamata a “ricostruire”, a “essere costruttori”. Anche in questo impegno la fede cristiana ci illumina e ci sostiene, oggi come da venti secoli. Avviarsi ad una meta esige che si sappia dove siamo e se la visione del mondo, dell’uomo, della vita, la concezione dell’amore, della giustizia, della libertà che ci vengono proposte – in molti casi persino imposte – sono terreno che regga la costruzione di una società in cui l’uomo non sia mortificato e distrutto.

Per noi cristiani la costruzione non può prescindere da Gesù Cristo e da tutto ciò che da Lui ci viene poiché è Lui “la via, la verità e la vita”, il solo che salva tutto di noi nella misura in cui lo accogliamo e viviamo la comunione con Lui.

«Dio onnipotente e misericordioso – ci fa pregare la Chiesa in una delle orazione del tempo quaresimale – concedi ai tuoi fedeli di essere intimamente purificati dall’impegno penitenziale della Quaresima, per giungere con spirito nuovo alle prossime feste di Pasqua».

Buona Quaresima, Fratelli e Sorelle!

+ Edoardo, vescovo