Considerare e desiderare

La raccolta delle riflessioni del vescovo Edoardo durante i mesi drammatici dell'epidemia

Nel suo uso più comune, “considerare” significa esaminare attentamente qualcosa nelle sue relazioni e conseguenze; di qui passa anche a esprimere una positiva valutazione: apprezzamento, stima. Interessante, tuttavia, la sua derivazione etimologica: da “sidus”, astro, stella: considerare è osservare gli astri; e il prefisso “con-” lascia intendere che il nostro sguardo abbraccia un insieme:  una costellazione.

Stessa derivazione ha il termine “desiderare”, il cui prefisso “de-” ha anche, in latino, un valore privativo: desiderare è avvertire la mancanza delle stelle e quindi cercare appassionatamente quelle stelle che da sempre hanno esercitato un forte fascino sull’uomo. Alzare lo sguardo e contemplarle è un gesto iscritto dentro di noi.  

Allude a tutto questo il titolo del presente volumetto in cui mi è stato chiesto di raccogliere le riflessioni attraverso le quali ho cercato di essere quotidianamente vicino alla mia Diocesi nei mesi drammatici della prima fase dell’epidemia di Coronavirus, quando, “tutti in casa”, i fedeli hanno vissuto la Quaresima, la Pasqua e poi il Tempo pasquale partecipando, solo in unione spirituale, alle celebrazioni.

Le stelle non sono scomparse neppure in quei giorni in cui il cielo era plumbeo, come non si sono spente nella seconda fase dell’epidemia. 

Soprattutto, per i discepoli di Cristo, unico Salvatore degli uomini, non è scomparsa la più lucente, «ille lucifer qui nescit occasum» come canta il Preconio pasquale: quella stella che non conosce tramonto; e con essa la stella a cui un antico inno di origine francescana canta: «O piissima Stella Maris, a peste succurre nobis; audi nos, Domina, nam Filius tuus nihil negans Te honorat»: O piissima Stella del mare, scampaci dalla peste. Ascoltaci, o Signora,  perché il tuo Figlio, che nulla a Te nega, ti onora.

Abbiamo contemplato queste Stelle al centro della costellazione di Santi e di Sante; al centro del firmamento delle verità luminose della nostra fede e delle azioni liturgiche che mai sono mancate, anche se molti, forzatamente, hanno dovuto parteciparvi da lontano…   

Le brevi meditazioni inviate in video ogni giorno a centinaia di persone che, a loro volta, le hanno trasmesse ad altri, testimoniano questo sguardo alzato.  

Fatte ogni giorno per me, le ho condivise nella consapevolezza che «Vobis episcopus, vobiscum christianus», come diceva sant’Agostino: per voi sono vescovo, con voi sono cristiano. 

Natale dell’Anno del Signore 2020

† Edoardo, vescovo