Messaggio per la “Giornata del Seminario” 2020

Ivrea, 10 Dicembre 2020

Carissimi Fratelli e Sorelle,

«Cristo comunica il sacerdozio regale a tutto il popolo dei redenti – canta il Prefazio della Messa Crismale – e con affetto di predilezione sceglie alcuni tra i fratelli che mediante l’imposizione delle mani fa partecipi del suo ministero di salvezza. Tu vuoi che nel suo nome rinnovino il sacrificio redentore, preparino ai tuoi figli la mensa pasquale, e, servi premurosi del tuo popolo, lo nutrano con la tua parola e lo santifichino con i sacramenti. Tu proponi loro come modello il Cristo, perché, donando la vita per te e per i fratelli, si sforzino di conformarsi all’immagine del tuo Figlio, e rendano testimonianza di fedeltà e di amore generoso».

Nell’imminenza della Giornata del Seminario, che celebriamo nella III domenica di Avvento, trovate sul nostro settimanale diocesano l’intervento del Rettore e la testimonianza dei seminaristi della nostra Diocesi.

Da parte mia, solo una parola: quella che, nei messaggi dedicati, di anno in anno, alla “Giornata” e nei quali ho cercato di delineare vari aspetti della vita del Seminario, sempre ho sottolineato: la preghiera e l’impegno delle comunità cristiane ad diventare terreno fecondo al sorgere delle vocazioni.

Pregare perché coloro che Dio chiama siano capaci di una risposta generosa e lieta è importantissimo. «Non potrà mai esserci – ci ricorda il Santo Padre Francesco – né pastorale vocazionale, né missione cristiana senza la preghiera assidua e contemplativa, l’adorazione eucaristica, luogo privilegiato di incontro con Dio. Per implorare dall’alto nuove vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, chiedo alle comunità parrocchiali, alle associazioni e ai numerosi gruppi di preghiera presenti nella Chiesa: contro la tentazione dello scoraggiamento, continuate a pregare il Signore perché mandi operai nella sua messe».

E’ in quest’ottica che ho chiesto esplicitamente che in tutte le chiese, ogni settimana, vi sia una giornata dedicata alla Adorazione eucaristica.

Ma pregare non è tutto. A far maturare la risposta dei chiamati la comunità cristiana contribuisce testimoniando, nella varietà dei suoi componenti, la freschezza della propria adesione a Cristo, l’umanità vera che fiorisce nell’incontro con Lui; l’attrattiva che promana dalla vita di un prete convinto e contento della bellezza della sua vocazione.

L’impegno della preghiera e quello di crescere come comunità vive e testimoni di vita evangelica dichiarano quanto siamo convinti che «nel servizio ecclesiale del ministero ordinato è Cristo stesso che è presente alla sua Chiesa in quanto Capo del suo corpo, Pastore del suo gregge, Sommo Sacerdote del sacrificio redentore, Maestro di verità” e che “è grazie al Sacerdozio che la missione affidata da Cristo ai suoi Apostoli continua ad essere esercitata nella Chiesa sino alla fine dei tempi» (CCC 1548; 1536).

Chiedo al Signore, per intercessione della S. Madre di Dio e dei nostri santi, che in questi tempi non facili, in cui non mancano i motivi di preoccupazione, nessuno ceda allo sconforto. Non siamo un cantiere in disarmo! Siamo il campo del Signore!

«Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia – scrive il Santo Padre Francesco (“Evangelii gaudium”, 85) – è il senso di sconfitta, che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura. Nessuno può intraprendere una battaglia se in anticipo non confida pienamente nel trionfo… Anche se con la dolorosa consapevolezza delle proprie fragilità, bisogna andare avanti senza darsi per vinti, e ricordare che la forza si manifesta pienamente nella debolezza (2 Cor 12,9)».

Con la più cordiale Benedizione

Vostro, nel Cuore di Cristo Sommo Pastore,

+ Edoardo, vescovo